Il progetto nasce da una ricerca condotta nell’ambito delle emergenze in Italia, derivate per lo più da calamità naturali, e delle relative risposte. Sono state analizzate le catastrofi degli ultimi cinquant’anni ponendo particolare interesse sul terremoto dell’Irpinia (1980) e su quello de L’Aquila (2009). E’ nell’ambito dell’edilizia scolastica che è stata svolta la ricerca, per dare una risposta provvisoria, che possa divenire anche definitiva mediante trasformazioni mirate, alla richiesta di edifici scolastici post-emergenza. Il percorso è partito da un approfondimento di casi studio di edilizia scolastica ponendo l’accento sulle peculiarità di ognuno. Da un’analisi storica è emerso che le aggregazioni edilizie avvenivano su aree quadrangolari e che anche le prime forme di lottizzazioni seguivano i criteri di regolarità e di ortogonalità, quando possibile (Pomerium quadrato di Romolo, i Castra Romanorum e gli isolati del PRG di Barcellona di Cerdà). La progettazione è stata guidata dalla volontà di realizzare una tipologia di edilizia scolastica che per conformazione fosse autosufficiente nello svolgimento delle funzioni e indipendente dal luogo di inserimento, identificato soltanto nel momento dell’emergenza stessa. Le fasi progettuali esemplificano lo sviluppo a filoni paralleli del volume delle aule e dei servizi, trattati in maniera differente ma ricondotti in un unicum. Stabilita quale fosse la forma più neutrale, rispetto ad un probabile contesto, e più funzionale per una scuola , si è scelto di sviluppare 3 plessi scolastici di diverse dimensioni e capienze, per dare una risposta alle possibili utenze e fornire dei servizi a disposizione dell’intera comunità colpita, e non soltanto della scuola. Le scelte progettuali e tecnologiche sono state confutate dall’analisi del fabbisogno energetico dell’edificio da 25 aule, sia invernale che estivo, per le tre zone climatiche principali, Milano – Roma – Palermo, che per L’Aquila. Successivamente è stata effettuata una prova di inserimento dell’edificio da 25 aule in una delle aree scelte dalla Protezione Civile e dalla Regione Abruzzo per la ricostruzione degli edifici scolastici distrutti dal sisma del 2009 e ne è stata dimostrata la rispondenza funzionale e qualitativa, la velocità realizzativa, oltre che la convenienza economica, confrontando il risultato ottenuto con alcuni complessi scolastici internazionali presi come riferimento.
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