Il lavoro di tesi è inserito all'interno di un ciclo di progetti che vedono coinvolti studenti e ricercatori della facoltà di architettura di Roma, denominato Programma Energia per La Sapienza; questo è rappresentato concretamente da una gestione territoriale dell'energia, le Smart Grid, isole energeticamente autonome messe in rete con le tecniche dell'information communication technology. Le isole sono nove, delle quali tre già in funzione, che utilizzano il fotovoltaico integrato, microgenerazione distribuita e idrogeno.
L'intervento su un edificio che rappresenta il patrimonio architettonico dell'era moderna, ubicato all'interno della città universitaria di Roma La Sapienza, richiede un approccio progettuale incline al rispetto e valorizzazione dell'oggetto di studio ed una quasi totale subordinazione al gusto estetico del progettista per ascoltare e servire e, magari, ridefinire le esigenze dell'opera. La Scuola di Matematica alla Città Universitaria si presenta come un modello di altissima qualità stilistica e lungimirante qualità funzionale. Il tempo e gli adeguamenti dei periodi successivi, soprattutto nel ventennio tra gli anni 70 e 90, hanno in qualche modo privato l'opera della qualità architettonica e distributiva in cambio di soluzioni pragmatiche e poco attente, finalizzate a sopportare e risolvere rapidamente le richieste di aggiornamento di un campus universitario in evoluzione. Il progetto proposto pone come mezzo primario una approfondita analisi storica e tecnologica al fine di condurre il progetto di Ponti alla sua originale concezione, ma soprattutto adattarlo alla complessità e alle esigenze dell'era contemporanea di sostenibilità energetica (traguardo classe energetica A, da classe G), recupero e valorizzazione in un'ottica di intervento capace di conciliare massima economicità con massima qualità finale.
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