L’abitudine a convivere con opere architettoniche di rilievo conduce talvolta a rientrare involontariamente in una routine quotidiana durante la quale ci si dimentica il valore storico-artistico dei luoghi che ci circondano.
Camminando per la Città universitaria di Roma tra lezioni da seguire ed esami da sostenere difficilmente si farà caso a quella che si può considerare una delle massime espressioni del Razionalismo. Probabilmente gli imponenti propilei incuteranno un po’ di timore nelle giovani matricole che saranno in breve tempo risucchiate nelle consuetudini universitarie. Purtroppo la disattenzione è talmente tanto diffusa da far versare in condizioni non dignitose rispetto alla loro valenza storica opere di architetti come Piacentini, Michelucci o Pagano e da affiancarle ad altre di alcun valore.
Un esempio eclatante è l’edificio delle cosiddette aule blu comprese tra le due ali della struttura che ospita la facoltà di Botanica progettata nel 1933 da Capponi. La simmetria pura, la bicromia del marmo e del travertino, lo slancio della scalinata antistante vengono brutalmente interrotte da un parallelepipedo blu con un piano seminterrato. Queste aule prefabbricate furono posizionate nel 1969 in quella che era la vasca di raccolta acque per l’irrigazione delle serre. La loro giustapposizione palesa la totale assenza di una integrazione architettonica con il contesto.
Il progetto oggetto di questa tesi propone la sostituzione dell’edificio prefabbricato con uno parzialmente ipogeo avente le stesse funzioni ma progettato con consapevolezza architettonica, estetica e funzionale, sia per quanto riguarda gli ambienti esterni sia per quelli interni. È un segno dinamico come un’onda verde che partendo dal prato alle spalle dell’edificio dei Servizi generali si scontra con l’ingresso della facoltà di Botanica.
La tesi ha interessato anche il vecchio edificio partendo da una ricerca d’archivio e da indagini non distruttive che hanno permesso di determinare la stratigrafia degli spessori murari dell’involucro opaco. Alla luce di queste analisi sono state quindi calcolate le trasmittanze dei vari elementi dalle quali è emersa l’inadeguatezza della struttura alla normativa vigente. Si sono quindi formulate delle ipotesi sull’ottimizzazione dell’isolamento degli elementi contemplando anche la sostituzione degli infissi.
Questi accorgimenti porterebbero l’edificio in una classe energetica migliore, passando dalla classe G alla C.
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